Prima edizione italiana per American Indian Stories, di Zitkala-Sa, voce dei Nativi Americani
Esce, a cura della Mauna Kea Edizioni, la prima edizione italiana integrale di
American Indian Stories della nativa americana Zitkala-Sa: “Racconti di Nativi
Americani: American Indian Stories”, curata da Tiziana Totò. Dal teepee nella
prateria alla “scuola per indiani” imposta dall’uomo bianco, Zitkala-Sa racconta
in questa opera autobiografica il traumatico passaggio dal periodo felice
dell’infanzia alle mille regole che vengono imposte a lei, giovane “selvaggia”.
La scuola missionaria non è l'avventura che Zitkala-Sa si aspettava: la scuola è
severa, i suoi lunghi capelli sono tagliati corti e si parla solo inglese. Pur
essendo un’esperienza molto amara, la giovane Zitkala-Sa sa bene che la
educazione occidentale e le mille umiliazioni che comporta sono necessarie per
combattere le ingiustizie dell’uomo bianco con le stesse armi. In “American
Indian Stories” Zitkala-Sa, attivista per i diritti dei Nativi Americani,
condanna un razzismo crudele e persistente, ma anche, ai suoi occhi,
incomprensibile e ridicolo. L’opera fa seguito alla prima edizione italiana di
“Old Indian Legends”, sempre di Zitkala-Sa, per la collana dedicata ai Nativi
Americani della Mauna Kea, in cui si trovano opere di autori contemporanei ma
anche le prime edizioni italiane che, finalmente, danno voce anche ai primi
autori nativi americani. Dice Raffaella Milandri, responsabile della casa
editrice e scrittrice: “Quella dei Nativi Americani è una realtà molto
importante: è un punto cruciale di confronto e riflessione con una cultura che è
sopravvissuta al colonialismo e a un genocidio. I Nativi Americani, costretti a
subire violenze e ingiustizie di ogni genere dalle potenze europee prima e dal
Governo degli Stati Uniti poi, hanno una chiara visione della loro identità e i
loro valori sono miracolosamente vivi e forti dopo secoli. Un esempio prezioso
per noi occidentali, che siamo in piena crisi identitaria, annichiliti dal
consumismo e da politiche che spesso vogliono sembrare inclusive, ma all’atto
pratico lo sono ben poco”.
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