“Epistole e Favole” di Antonio Gramsci, una ottica "umanizzata" sul grande intellettuale

Non è facile raccontare qualcosa di nuovo su Gramsci, ma nella proposta del volume della Mauna Loa Edizioni si legge una chiave diversa: una “umanizzazione“ del grande intellettuale e politico. L’opera “Epistole e Favole” di Gramsci unisce per la prima volta due raccolte: di epistole (L’Albero del Riccio) e di traduzioni di favole (Favole di Libertà); e mette in evidenza il legame tra la sua vita politica e quella sentimentale. Gramsci merita di essere ricordato non solo per i suoi scritti, quanto anche per come ha vissuto e per quanto ha sofferto. Scrive la curatrice, Fabiana Caserta: “Si ha l’impressione di trovarsi davanti alla faccia nascosta della luna: la figura storica, spesso eroicizzata, di Antonio Gramsci mostra il suo lato più umano. Ricco di piccoli spaccati della sua giovinezza sarda e di storie quotidiane del carcere, L’Albero del Riccio mette alla luce i legami familiari, caratterizzati da un grande affetto, ma anche da ovvi momenti di dolore. Ogni elemento diventa pregno di significato, degno di attenzione, ha una valenza emotiva superiore. In Favole di Libertà, invece, la condivisione di favole è il tramite comunicativo che Gramsci stabilisce con la famiglia”. Nulla è lasciato al caso: ogni scelta specifica compiuta nella traduzione di Gramsci rispetto alla versione originale dei fratelli Grimm è in base alla esigenza di “secolarizzare” e di rendere più attuali e didattiche le fiabe. La ottica di Fabiana Caserta permette di guardare alle due opere in una luce diversa: non racconti per bambini, bensì la intensa sensibilità di Antonio Gramsci che, durante il periodo durissimo del carcere, pensa, legge e scrive, ma, soprattutto, soffre. La sua è una tristezza universale, mentre cerca di ottemperare a quello che ritiene un suo immancabile dovere: quello di educatore.

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